La ferrata degli Artisti è la via che facciamo ogni anno a inizio stagione, vicina a casa, clima mite anche ad inizio primavera, molto conosciuta dagli amanti del genere, lunga ma non troppo difficile, tutta ben attrezzata con una grande quantità di gradini e una protezione pressoché totale fino in cima alla montagna, che permette di godere del percorso e degli splendidi panorami che la Liguria ha da offrire, con ulteriore vantaggio è quello di avere vari punti di uscita. Tutto questo fa della “ferrata degli artisti” una bellissima miscela piacevolmente adatta sia, a chi non è molto esperto oppure, a chi vuole aprire la stagione per sgranchirsi le gambe, attenzione comunque e certamente, da non sottovalutare, perché è molto lunga, soprattutto il rientro è decisamente impegnativo, quindi necessita di un discreto allenamento.
Il nome della ferrata si deve ai lavori che il pittore, dottore, alpinista savonese, Mario Nebiolo ha eseguito su alcune balze, guadagnandosi grande stima per la bellissima opera di riqualificazione fatta su queste terre, un personaggio in armonia con questa parte di Liguria, da sempre frequentata da artisti di ogni disciplina, noi ne sappiamo qualcosa visto che arriviamo da Albissola…. certo quest’area non è famosa solo per gli artisti, il Bric Agnellino è infatti il punto di unione tra i comuni di Magliolo, Giustenice e Bardineto, zone frequentate da Trekker, biker e speleologi, soprattutto grazie all’opera di questi ultimi vi è una grande quantità di grotte visitabili, soprattutto nel territorio di Bardineto, va citato il famoso Buranco, un antro che si districa nel sottosuolo per 2000 m. di sviluppo a una profondità di 100 m, grotta attiva e impreziosita da stalattiti e stalagmiti davvero magnifiche , caratteristica che ne fanno un’eccellente attrattiva.
Torniamo però alla nostra ferrata, dall’uscita dell’autostrada di Finale Ligure si svolta a destra in direzione Colle del Melogno, Bardino Vecchio, Bardino nuovo, poi verso Magliolo dove dalla chiesa nel centro dell’abitato si svolta a destra, si prosegue prima in discesa e poi sempre lungo la statale verso Ca’ d’Erscia, sempre seguendo la strada (che diventa poi sterrata) fino ad un ampio parcheggio (la strada sterrata non è sempre in perfette condizioni, l’automobile può essere tranquillamente parcheggiata anche prima lungo la strada, certo bisogna poi camminare un po’ di più!).
Salita 3 ore e mezza.
Discesa in 2 ore.
Dislivello complessivo 650 m.
Altezza massima 1335 m.
Difficoltà PD.
Dal parcheggio si individua una sbarra, da li parte lo stradone che si percorre fino all’imbocco del sentiero sulla destra, segnalato con due bolli rossi, che si innalza sul crinale fino a raggiungere l’attacco.
Si comincia subito con lo scalare il filo di cresta, con una paretina verticale che finisce in un traversino verso destra un po’ aereo.
Poi un altro sperone, con pareti che si susseguono una dopo l’altra, fino a congiungersi ad un discreto strapiombo, da qui a sinistra si può prendere la prima via di fuga (cartello C-H). Si prosegue quindi con una serie di gendarmi e poi una bella balza con molti gradini, che contraddistingue la cima del secondo sperone.
Si scende poi su un obliquo canale a sinistra su cui è sospeso il ponte tibetano, a strapiombo, che con svariati cavi di protezione accompagna la splendida camminata nel vuoto! Esiste anche una variante a destra che aggira il ponte e conduce nello stesso punto di arrivo.
La ferrata prosegue con un obliquo a sinistra con una discreta esposizione per me sempre adrenalinico, mi basta raccontare sempre la mia prima volta in ferrata, su questo obliquo mi sono talmente spaventata, da voler farmi venire a recuperare l’elicottero!!
Per il rientro, sul primo pezzo serve ancora l’imbrago, seguendo il sentiero segnalato sempre con due bolli rossi verso destra si entra in un boschetto, dove i cavi scendono paralleli alla parete e incrociano quelli della seconda via di fuga. La traccia continua a lungo con cavi e discrete discese, guadagnando lentamente il sentiero che percorre la dorsale, da qui ci si può liberare dell’imbrago. La lunga, interminabile discesa, guadagna lentamente il bosco e poi, sempre seguendo i bolli rossi, si innesta nel sentiero di accesso preso all’andata, raggiungendo sulla stessa via il parcheggio.
Buona Scalata!
#kalipeasd #apassocortoelento #camminare #camminandosiviagggia #liguria #viaggiare #FinaleLigure #ferrate #consigli #trekking #alpinismo
Ph. Monica Nicolini https://www.instagram.com/ilmondodimonni/
Comments