Il mio posto del cuore: la valle di Cogne
- kalipeasd3
- 27 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 20 ott
Oggi ho deciso di raccontare il mio pensiero di felicità.
La montagna, sì, ma non una montagna qualunque: la Valle di Cogne.

A dire il vero, sono più di quarant’anni che Cogne è il mio Paradiso. Ero una bambina, insieme a mia sorella, quando l’abbiamo scoperta per la prima volta con la nostra amata nonna. Passavamo un mese in campeggio, immersi nella natura. Da allora, non ho mai smesso di tornarci. Ci sono andata da sola, poi con i miei figli, a volte con amici e ancora oggi non smetto.
Cogne è da sempre il mio rifugio. Ogni volta mi fa sentire più sana, più forte, più serena. Le sue montagne luminose e imponenti, i prati pieni di colori, i boschi incantati: tutto sembra pensato per accarezzare l’anima. La bellezza di questa valle tocca chiunque ami la montagna. A me, tocca nel profondo. Ogni volta che devo tornare a casa, lungo la tortuosa strada del ritorno, sento quella malinconia che da bambina mi faceva scendere qualche lacrima. Ora riesco a trattenerle, ma già penso alla prossima volta.
Camminare nella Valle di Cogne è come creare un legame con qualcosa che ti attira a sé. Un legame che nasce dal camminare, conoscere, amare il territorio che ti ospita. Là in alto, l’aria è pura e forte. I grandi panorami ti insegnano che la montagna va vissuta, respirata a pieni polmoni. Gli scenari sono aspri, i colori intensi. A metà valle, invece, il paesaggio si fa più mite: boschi di pini e castagni, profumo di erba, pascoli silenziosi. C’è una quiete speciale, gente autentica, un’allegria gentile che ti fa sentire a casa.
Quando arrivi a Cogne, antico centro minerario, il cuore si apre. Il prato di Sant’Orso, verdissimo d’estate, distesa di neve d’inverno, è uno spettacolo che emoziona ogni volta. Il paese è semplice, ma perfetto. Vivace, colorato, è un piccolo capolavoro nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco naturale protetto d’Italia, fondato nel 1922. Se Cogne ne è la “capitale”, lo stambecco ne è senza dubbio il simbolo: salvato dall’estinzione, oggi pascola fiero tra le sue vette.
Appena sopra il prato di Sant’Orso si può ammirare l’alpeggio del Pousset Inferiore, che resiste ancora al tempo.
Ma la vera meraviglia è Valnontey. È lì che la Valle di Cogne ti lascia senza parole. È lì che il Gran Paradiso si fa vicino, quasi da poterlo toccare.
I balconi panoramici lungo il sentiero verso i Casolari dell’Herbetet o l’Alpe di Money raccontano un mondo in cui ghiacciai, rocce e piante convivono in un caos ordinato e perfetto, capace di elevare lo spirito e nutrire l’anima.
Mille sentieri si intrecciano: mulattiere, casotti del Parco, bivacchi d’alta quota, praterie dove i camosci e gli stambecchi pascolano liberi, le marmotte fischiano e corrono tra le rocce.
Il mio rifugio preferito è il mitico Vittorio Sella, un tempo casa di caccia del re. Si raggiunge in circa due ore e mezza da Valnontey, lungo una splendida mulattiera che diventa sentiero. Poco oltre c’è il Casotto di Lauson, dove i guardia parco vivono in quota per tutta l’estate. Una presenza silenziosa e preziosa.

Il gusto della montagna
E poi c’è il cibo. In montagna è sempre speciale. Polenta Concia: con fontina e burro fuso di malga; seuppetta: zuppa calda di riso, pane, fontina e burro; tser de Feya à la Messada: carne speziata e saporita; mocetta: carne essiccata e aromatizzata; mecculin: pane dolce con uvetta; crema di Cogne: dolce al cucchiaio unico sono solo alcune delle meravigliose pietanze tutte da lettarsi i baffi!
I vini, coltivati nelle vigne a terrazza di Aymavilles, sono autentici e intensi: torrette, fumin, petit rouge, pinor noir, gamay, cave des onzes, una vera gioia per il palato!
Prima di partire, un ultimo consiglio: non andate via senza una fetta di Fontina DOP. Le rivendite sono ovunque: nei negozi, lungo i sentieri, nelle baite. Noi la compriamo spesso a Valnontey, lungo il fondovalle. Ma attenti: una volta a casa, il sapore cambia. È sempre buona, certo, ma lassù… è un’altra cosa. Non so se è l’aria, o siamo noi a cambiare. Voi che ne pensate?
Il mio Paradiso
Ecco il mio posto del cuore. Il mio Paradiso. Un luogo a cui continueremo a tornare.
Ogni volta che arrivo e ogni volta che me ne vado, mi pongo la stessa domanda: che cosa ha questa valle di così unico, così raro? Perché mi accarezza così bene l’anima? E soprattutto: com’è possibile che dopo tanti anni mi incanti ancora come la prima volta?
Forse… è solo magia.
E quale è il tuo posto del cuore?









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