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Cogne, il mio Paradiso

Stiamo attraversando un periodo singolare, una fase di transizione, forse una svolta per molti. L'idea del mondo è stata radicalmente alterata da un virus che ha messo il mondo in pausa. In Italia, abbiamo vissuto e continuiamo a vivere momenti di sofferenza, desiderando ardentemente una via d'uscita, il sogno di un ritorno alla quasi normalità, con la speranza che la vita possa riprendere il suo corso. Provare a sognare le vacanze non costa nulla e non ci si fa contaminare da nessuno, sognare è libertà, sognare è già anche un po’ andare e magari anche solo pensare ad un posto, forse il nostro posto del cuore, ci potrebbe contaminare di un po’ di sano ottimismo, di positività, di amore del quale sicuramente abbiamo tutti un gran bisogno. Così, oggi ho pensato di raccontare il mio posto del cuore, il mio centro, il mio pensiero di felicità, la montagna, ma non di una semplice montagna, il mio ombelico del mondo, la Valle di Cogne.

cogne neve persone

Per dire la verità sono più di quarant’anni che Cogne è il mio Paradiso: eravamo bimbe, io e mia sorella, quando abbiamo scoperto questa valle, con la nostra amata nonna passavamo un mese nel campeggio in mezzo al verde e alla natura, da allora sono sempre tornata, per periodi più o meno lunghi, prima da sola, poi con i miei figli, con qualche amico, oppure come adesso per qualche weekend,  sognando magari di portarci un giorno i nipoti. Da sempre è il mio rifugio è il sentirsi ogni volta più sani, più forti, più sereni, con le sue montagne così ricche di luce, i prati così pieni di colori e di boschi incantevoli. La bellezza di questa parte di mondo tocca sempre, ogni viaggiatore di montagne, ogni persona che ci cammina sopra, a me tocca e ogni volta che io passo qualche giornata lassù, sono felice sempre e da sempre, ogni volta che devo riprendere la tortuosa strada del ritorno, provo quel senso di malinconia, che da bambina mi faceva scendere qualche lacrima, che ora, forzatamente, riesco a gestire pensando però già alla prossima volta, al prossimo ritorno.


Quando cammini nella Valle di Cogne, cammini per dare vita a un legame con qualcosa che ti attira, un legame per conoscere ed amare il territorio che ti ospita, quando vai su, in alto l’aria è pura e forte, i grandi panorami ricordano che la montagna vissuta è  da respirare a pieni polmoni, gli scenari son aspri, i colori vivi; quando invece resti a metà della valle respiri il profumo del bosco, la montagna è più mite, la si può godere con una bellezza tutta particolare, più sottile con i primi pini e gli ultimi castagni, con il profumo di erba e pascoli.  C’è molta quiete tra quei monti, molta gente “giusta”, molta allegria.

cogne paesaggio valle d'aosta italia

Arrivi a Cogne, “antico centro minerario”, e il prato immenso di Sant’Orso, ti apre subito il cuore, verdissimo d’estate, una distesa di bianca neve d’inverno. Entri nel paese, così da sempre, semplice ma perfetto, colorato e vivace,  un piccolo capolavoro in centro alla valle, cuore dello storico Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco naturale protetto in Italia (nel 2020 ha festeggiato i novantotto anni dalla fondazione) e se Cogne ne è la “capitale”, lo stambecco (a rischio di estinzione durante la seconda guerra mondiale) ne è il “simbolo”. Subito sopra il fantastico prato di Sant’Orso,  l’alpeggio del Pousset Inferiore, che si può scorgere, attraverso un sentiero panoramico e ammirare, prima che il tempo lo corroda completamente. Ma bisogna avventurarsi assolutamente verso Valnontey, è li che la Valle di Cogne lascia senza parole, è li che il Gran Paradiso si avvicina e sembra quasi di toccarlo. I balconi visivi che si srotolano uno dopo l’altro lungo il percorso di fondovalle verso i Casolari dell’Herbetet , o verso l’Alpe di Money, sono quanto di meglio ci sia per capire come i ghiacciai, rocce e piante si sposino in un ordinato caos naturale, per rallegrare il nostro senso estetico e far volare il nostro spirito in alto. E poi mille altri sentieri si intersecano in una miriade di passeggiate, fatti di mulattiere che collegando casotti di sorveglianza del Parco e  bivacchi di alta quota che sono la chiave per attraversare le praterie, dove i branchi di camosci e stambecchi pascolano accarezzando le montagne e dove le marmotte scappano veloci nelle tane urlando. Per godere di un rifugio, l’unico è il “Vittorio Sella”, ex Casa di Caccia del re. La salita è di due ore e mezza circa,  attraverso una mulattiera, che poi si fa sentiero, con partenza da Valnontey, che, dal fianco del “Giardino Botanico Alpino Paradisia”, prende l’Alta Via n°2. Poco dopo il rifugio c’è il Casotto di sorveglianza del Lauson, base del Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale i cui guardiaparco fanno servizio in quota tutta l’estate, restandovi a dormire.

rifugio vittorio sella

Non si può parlare della Valle di Cogne senza pensare al cibo e al vino, che in montagna è sempre uno spettacolo e che a Cogne si trasforma in specialità locali uniche. A Valnontey, per noi i punti di ristoro sono essenzialmente due, il “Ristorante Valnontey” e l’Hotel/Ristorante ” La Barme”, qui abbiamo assaggiato le migliori ricette locali, bevuto vini eccellenti, con prezzi decisamente accessibili. Alcuni esempi della proposta culinaria del territorio sono sicuramente la “Polenta Concia”, mantecata con tanta fontina e burro fuso di malga, grande classico che non ha nulla da invidiare alla “Seuppetta”, una zuppa di riso, pane abbrustolito, fontina e burro fuso, o alla “Tser de Feya a la Messada”, portata di carne mista, speziata, che lascia senza parole e poi ancora la “Moutsetta”, mocetta di carne essiccata e aromatizzata, o il “Mécoulin” un pane dolce con uvetta ed infine, per concludere menù perfetti, la tradizionale “Crema di Cogne”, dolce al cucchiaio unico e irripetibile. I vini, coltivati in filari che risalgono i terreni a terrazze strette di Aymaville e dintorni sono tutti autoctoni DOC, tutti ottimi, dal Torrette al  Fumin, dal Petit Rouge al Pinot Noire, dal Gamay al Cave des Onzes. Un ultimo consiglio per vedere se anche a voi capita, non andate via da Cogne senza una bella fetta di Fontina Dop, di rivendite ce ne sono moltissime, dai negozi in paese alle casette ufficiali del consorzio  (noi spesso la compriamo a Valnontey lungo il sentiero del fondovalle), buonissima sempre in Valle d’Aosta, ma diversa appena si esce dalla regione, una volta a casa, il profumo, il gusto, la bellezza non saranno mai gli stessi gustati e assaporati lassù tra le montagne, non ho mai capito se è il gusto a cambiare, perché l’aria è diversa, oppure se siamo noi a cambiare, perché non siamo più in montagna… voi cosa ne pensate?

Ecco il mio posto del cuore, il mio Paradiso, un posto in cui, lo so, continueremo a tornare, dove ogni volta che torno e ogni volta che me ne vado, mi pongo sempre e da sempre la stessa domanda: cosa ha questa Valle di così unico, di così raro, come mai mi accarezza così bene  lo spirito e l’anima da farmi sentire così intensamente ed intimamente legata e soprattutto perché dopo così tanti anni mi incanta ancora? Una magia!

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