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Il nostro primo giro del Monviso, 2012

Il giro intorno al Monviso è uno dei più classici cammini delle Alpi, percorso ogni anno da centinaia di escursionisti, ed è anche uno dei più antichi.


stambecco sul monviso vicino al rifugio sella
Stambecco davanti al Rifugio Sella

Si snoda in una ben segnalata rete di sentieri e offre una serie di confortevoli rifugi CAI, permettendo di effettuare il giro comodamente, godendo di una bellissima varietà di ambienti e panorami. Il giro può essere affrontato nei due sensi e con la possibilità di diverse varianti; noi abbiamo fatto il giro classico, quello che parte da Pian del Re, camminando per tre giorni.


 

Partenza e arrivo

Pian del Re (2020m s.l.m.)

​Dislivello e tempi di percorrenza

  • ​1° giorno: 640 m, 2,30 ore (notte rifugio Q. Sella)

  • 2° giorno: 660 m, 5,30 ore (notte rifugio Q. Sella)

  • 3° giorno: 780 m, 6 ore

Periodo consigliato

da metà giugno a metà settembre


 

PRIMA TAPPA:

Arrivare al Pian del Re è già uno spettacolo, noi ci siamo arrampicati con l’automobile, per la tortuosa stradina che lo unisce al Pian della Regina, in mezzo ad una nebbiolina che ne aggiungeva ulteriore fascino, a tratti si intravvedevano i prati, a tratti i monti, molta la nostra emozione, per l’avventura che stavamo per intraprendere, il cammino che tanto avevamo programmato stava per cominciare. Giunti alla fine della strada carrabile ecco aprirsi Pian del Re, un vero altopiano dove le sorgenti del fiume Po’ sono lì ad un passo, dove ci attende un ampio parcheggio (è obbligatorio, a pagamento, noi abbiamo pagato 5 euro per tutti i tre giorni), e dove inizia l’ascesa verso il rifugio Quintino Sella.


monviso paesaggio
Lago grande e in lontananza il Rifugio Sella

Si sale subito con un discreto strappo, costeggiando in sequenza due splendidi laghi (Fiorenza e Chiaretto) che noi intravvediamo dietro alle nuvole veramente basse, passati i laghi, il sentiero,  si snoda su un lato di una sassosa morena con la salita un po’ più moderata, che sbuca al Colle del Viso, dove spunta, in lontananza, il rifugio Q. Sella, ai suoi piedi il meraviglioso Lago Grande di Viso, splendido e in parte ancora ghiacciato, il resto è solo nuvole, pioggia, nebbia e freddo. Pernottiamo al rifugio, stracolmo di gente e di guide, capiamo allora che sono quasi tutti alpinisti che si preparano per la scalata al Monviso, con partenza in piena notte. Ci affascinano molto con tutte le loro attrezzature e negli occhi l’emozione e la speranza di poter arrivare in vetta. Noi, per il nostro cammino, speriamo solo che il tempo migliori, il punto di non ritorno è questo, se si continua verso la Val Varaita, il giro deve essere concluso. Il rifugio, come si prevedeva, comincia a svegliarsi alle tre del mattino, la partenza degli alpinisti muove quasi tutti, disturbando noi pochi camminatori, ma dormire in rifugio vuol dire anche questo, veniamo però, ripagati dalla vista dell’alba, unica, come sono solo uniche le albe di alta montagna, splendida, che ha aperto le porte ad un cielo azzurro, terso, sgombro da nuvole e alla visione incombente della parete Est del Monviso che impressiona. Colazione, subito dopo il sorgere del sole e il cammino prosegue.

SECONDA TAPPA:


monviso paesaggio trekking
Val Varaita

La seconda tappa prevede uno sviluppo molto lungo nel vallone che si snoda verso sud, che si percorre in un falsopiano pietroso, che porta ai passi Gallarino e San Chiaffredo, attraverso i quali si divalla in Val Varaita. Da qui comincia una lunga, faticosa, discesa, passando accanto ai laghetti Bertin e Lungo e dove, guardando verso l’alto, si vede chiaramente il bivacco Bertoglio dai colori vivaci. Stiamo girando intorno al Monviso che cambiando parete, cambia faccia, in un sempre stupendo panorama e anche gli altri ambienti cambiano incredibilmente durante la discesa, che termina in Val Varaita a quota 1912m s.l.m., gli scenari di roccia delle alte quote, lasciano spazio al verde intenso dei prati e degli abeti. Arrivati presso le grange Gheit, si ricomincia a salire, il sole qui è forte, siamo a circa metà percorso, la stanchezza inizia a farsi sentire e lo zaino pesa un po’ sulle spalle, ma certamente non ci facciamo scoraggiare, il sentiero è ampio e costantemente in salita, il rifugio Vallanta è come un miraggio, si intravvede dal basso, piccolo e quindi ancora molto distante. Lentamente, con il passo costante, senza perdere troppe forze, saliamo e quel puntino colorato in mezzo alle rocce si fa sempre più vicino, l’ultimo tratto è un po’più difficoltoso (ma forse è solo la stanchezza!) ed eccoci arrivati! Il rifugio è bellissimo, ai piedi di una parete rocciosa e con alle spalle un ampio limpido lago alpino, il sole è caldo e noi ci addormentiamo sul prato, l’aria è quella dell’alta montagna, fresca, pulita, i polmoni si dilatano piacevolmente, il rumore è solo quello della natura, in montagna le persone sono tranquille, rilassate, non ci sono urla, tutto è ovattato in un fantastico unico rilassamento collettivo, la bolla della serenità è fatta di montagna! Il sonno di questo rifugio è perfetto, le camerate sono studiate benissimo, letti a castello che si incastrano gli uni agli altri, in tanti letti, che paiono sospesi nel nulla, un progetto unico, incredibile che affascina. Dormiamo molto bene in questa splendida camerata e alle cinque della mattina siamo pronti per l’alba, per la colazione, per la partenza del nostro splendido cammino in una ancora bellissima giornata di sole.


TERZA TAPPA:


La terza tappa comincia con un sentierino che comincia in diagonale e poi si trasforma in tornanti, dall’andamento sostenuto ma regolare, si arriva così al Passo Vallanta, punto del valico del confine francese, la maestosa parete Nordovest della parete del Monviso è impressionante e la neve che troviamo sul passo ci stupisce piacevolmente, entrati in Francia la vista è meravigliosa, l’altopiano che si intravvede in fondo alla parete di roccia è infinito, a metà di questo infinito spunta, nei prati, il rifugio du Viso, ci fermiamo ammiriamo e ci rendiamo conto subito che la discesa sarà dura, la roccia e le pietre che ci sono sul ripido sentiero la rendono molto difficile e decisamente lenta. Giunti in fondo troviamo un lungo pianoro fatto di sentierini che si intersecano gli uni agli altri, che portano tutti in direzione del rifugio, arrivati, ci fermiamo per una breve sosta, un bel pezzo di cioccolato extra fondente, un caffe’ e si riparte, ci lasciamo il rifugio alle spalle, troviamo subito la segnaletica del nostro sentiero e comincia subito la salita costante e lunghissima che punta alla galleria delle Traversette o Buco du Viso (l’altra strada è quella di passare dal Colle delle Traversette, 10 minuti di salita dal Buco du Viso). Passare dentro dal “Buco” è una bella emozione anche solo per il fatto che è il primo traforo di montagna della storia, ci vuole la torcia perché la galleria è scurissima, non molto lunga (ricordatevi di togliere gli occhiali da sole, lo dico per esperienza, io non l’ho fatto e anche con la torcia accesa, non ho visto nulla per qualche metro, sonocosì scivolata su un lastrone di ghiaccio!!!!). News: ho letto sulla rivista CAI “Montagne” che la galleria e l’ingresso dal versante francese sono stati ristrutturati di recente! Appena usciti si è subito sul versante Italiano, affacciati sulla Valle Po’, si scende, con un sentiero molto ripido, fino alla caserma delle Traversette proseguendo sempre in una lunga ripida discesa tutta a tornanti, poi (per fortuna!!) il sentiero si trasforma in una larga stradina sterrata in mezzo ai pascoli, lunghissima, ma che arriva con discesa costante fino al Pian del Re, concludendo, stanchi, ma felici il giro.






Tutto il percorso è ben segnalato e ben tenuto, grazie all’opera del parco del Po’, nessun problema di orientamento (numerose le segnaletiche a tutti i bivi). Gli zaini posso essere abbastanza leggeri, lo stretto necessario, effetti personali, sacco lenzuolo, un cambio, la mantella per l’acqua, noi abbiamo portato anche la giacca a vento che ci è decisamente servita, torci elettrica, i rifugi forniscono la cena e il pranzo a base di panini per il giorno successivo.

Conviene prenotare i rifugi, se siete soci CAI fatelo presente perché in tutti applicano lo sconto soci, esiste la possibilità di prenotare la mezza pensione o solo il posto letto.

Per compiere il giro in maniera ottimale è bene essere mediamente allenati (la difficoltà è tra E, per escursionisti medi e EE, per escursionisti esperti),  le tappe non sono pesantissime, ma una buona forma fisica permetterà di apprezzare appieno il percorso, senza affaticarsi troppo (non è adatto a bambini).


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